Tuesday, June 26, 2007

e’ il tempo della pelle bruciacchiata e dell’odore appiccicaticcio e agrodolce sulla metro, delle facce che sembrano colare dalla struttura cranica. ci sono ragazze che si truccano al mare, credo per rallentare questo fenomeno che per alcuni e’ inevitabile.

la citta’ pullula di cosce e canottiere e paillettes luccicose e vecchi con pelle che sembra cuoio e americani paciocchi e poi tante luci con dentro altre luci con dentro altre luci. L’odore di pane abbrustolito la sera e di cocomero il pomeriggio.



c’e’ una pesantezza che a volte prende la rincorsa e colpisce, prima i piedi, poi piano piano sale su per il femore, l’anca, lo stomaco, il cuore, i polmoni, le dita, il collo e la trachea dentro, l’occhio, i capelli. e infine il cervello, soffice, si arrende anche lui.

camminiamo dappertutto, io e te.

c’e’ il fantasma di un bimbo che mi gira intorno stasera e mi dice le seguenti cose:
1. non dovresti scrivere i cazzi tuoi su un blog. (penso che ha ragione)
2. la fine dell’amore e’ RE. (sospiro di sollievo)
3. una volta ho sognato un piccione che parlava francese e quindi non ci ho comunque capito una mazza di quello che ha detto. (peccato)

c’e’ un bimbo che mi gira intorno stasera e ha gli occhi grandi e lucidi e stanchi e i capelli fitti che nascondono un mondo di parole mai dette. e’ la cosa piu’ bella che abbia mai visto.



you leave pencil traces around chairs and egg shells and bones. They crawl up my fingers and settle there, to remind me. I find myself completely unable to create.

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