mi sono svegliata con questa frase nella testa, probablimente vagabondava nei cunicoli della memoria, o tra gli scarti di qualche sogno, e da sola, questa frase, ha deciso proprio oggi di riproporsi a livello conscio. a dire il vero non sapevo neanche di averla dentro. la frase era: porque yo ya no soy yo, ni mi casa es ya mi casa, dejadme subir, hasta las altas barandas. c'e' voluto un po' di tempo per rendermi conto che il pezzo appena rigurgitato apparteneva a Garcia Lorca, e quindi a un periodo della mia vita forse rimosso o comunque parecchio lontano. questa e' forse una delle sue poesie piu' conosciute. Qui c'e' la versione originale. quella in italiano non l'ho trovata e comunque meriterebbe impararsi lo spagnolo solo per leggersi Lorca.
here is the english version, which i don't recommend simply because of the fact that translations, particularly of poems, and above all of this poem, are like diluted wine. but if one must.
verde que te quiero verde! forse la frase piu' abusata della poesia castigliana.
it would be great to be completely saturated in a thick stratum of green, just green, abstract and unspecified. i would imagine the physical manifestation of green to be something akin to pollen or talcum powder, but less invasive, with the fluidity of olive oil. and of warm temperature, weightless. permeating pores and hydrating the walls of veins, it would have the atomic properties of helium, it would determine the exact space between the hairs on an arm, settle itself, a transparent film on the curves of bodies of skin and water.
it would exist in the process of breathing.
green breathing, verde respiro.
1 comment:
greeeeeeny!come stai cecio?
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