Wednesday, December 22, 2004

come si diventa cosi? le mie mani percorrono spazi banali, spostano oggetti di serie, tutto il corpo ripete movimenti abituali ripete movimenti abituali ripete movimenti... come si diventa cosi' stressati, stanchi, tristi? come si fa a perdere cosi' facilmente l'energia l'ossigeno l'elemento vitale? l'anima? come ci si vende per cosi' poco a un meccanismo schiavizzante, opprimente? come fa la gente a non accorgersene, ad accontentarsi, a restarci sotto, a non alzarsi, a non reagire? intorno a me vedo facce spente milioni di facce dalle quali tolgo, con questi pensieri, qualsiasi sgocciolo di umanita' gli sia rimasto. veramente non ci sono alternative al dover vivere cosi'? come si diventa, un giorno, automi? gente vecchia, spenta? giovani gia' vecchi? vecchi gia' morti, sostenuti artificialmente da ospizi e celle isolate? uomini e donne che diventano la parte, il ruolo loro assegnato. componenti depersonalizzati del grande motore dell'economia globale? gente che sopravvive. penso non ci sia modo piu' brutto di esistere che quello espresso da questa parola. sopravvivere.
la morte
si sconta
vivendo
ha detto un grande una volta, e tanti prima e dopo di lui composto versioni piu' o meno parallele a quest'idea. io non voglio scontare la morte vivendo, ne ignorare la morte vivendo. non voglio vivere morendo o sopravvivere con la morte gia dentro. io voglio vivere con la vita dentro, vivere senza la paura di vivere e senza la paura di morire. idealismi.

these are sad days, reflective days interrupted by breaths of amusement and forgetting, a resurfacing somewhat to what still pertains in my crumpled brain to be the normal.
i won't translate the above chunk for the anglophones. its all the same shit anyway.
bubble of oxigen floats above my head like a mockery of a halo.

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